i Luoghi storici

i LUOGHI  più significativi del nostro passato

In questo Capitolo sono riportate  alcune sintetiche notizie storiche e delle vecchie foto, dei luoghi più significativi della Storia della Nostra Antica Famiglia.

 

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BATTIFOLLE

A Battifolle inizia la Nostra Lunga Storia. Qui, come sappiamo, abitarono i primi BASAGNI,

Località resa famosa dal Castello che dette titolo ai Conti Guidi di Poppi. L’ agglomerato di case sparse è posto nelle vicinanze di Poggio a Vertelli, lambito dal Torrente Refiglio affluente del Solano. Il territorio è attraversato da una strada di origini romaniche, proveniente dal basso Casentino, tramite un ponte a schiena d’asino ,di pregevole fattura, in località Massigrossi, è collegato al passo della Consuma. Tutt’oggi è vibile l’antica parrocchia campestre di San Lazzaro a Startia, di origine medioevale   ( recentemente restaurata)..

Il Comune di Battifolle è stato soppresso nel XIX secolo . Attualmente, il territorio di Battifolle, fa parte del Comune di Castel San Niccolò, assieme ad altri antichi ” Comunelli ” ,  varie Rocche e piccole borgate sparse nella parte alta del Casentino. E’ in questo territorio , che nel Medioevo, si formò e visse  l’ antica Famiglia Basagni. ( probabile Località Cascesi )  Nel 1620, dopo la morte del Notaio Giovanni Basagni, di Stia, suo figlio Pasquino ereditò i possedimimenti che la Famiglia aveva nel territorio di Battifolle.

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                                                                                STIA                                                                                                                                                                       

E’ da STIA che , a partire dalla fine del 1400, prende inizio la Storia dettagliata della Nostra Famiglia.

Stia trae la sua origine dall’essere stata un villaggio sulla romana Via MAIOR che collegava il Casentino a Sa Godenzo, nel Mugello.Il toponimo è di origine latina, per contrazione del nome del torrente Staggia. Le prime indicazioni sul paese di Stia , si trovano nel ” Registo Camaldolese ” del 1053 dove si legge della Plebe di S. Mariae de Staia, e successivamente , nel 1093, troviamo indicato un casale de Staia.  Nel Medioevo, Stia si sviluppò come ” mercatale ” della Contea di Porciano e residenza del Ramo della Famiglia dei Conti Guidi detti < del Palagio > per ricordare la costruzione, avvenuta nel 1230, di una santuosa abitazione sulle rive del torrente Staggia, detta appunto il Palagio. Attorno a questo imponente edificio si sviluppò un nuovo agglomerato, che andò ad aggiungersi al villaggio già esistente a monte, denominato Stia Vecchia. I conti Guidi ” del Palagio ” mantenero il loro possesso di questo territorio fino all’assedio del borgo , 1402, da parte della Repubblica Fiorentina.

Gli Abitanti, del nuovo Comune : PRATOVECCHIO-STIA, sono 5891 ( dati 2014 )

 

La Piazza TANUCCI

 

 

 

 

 

 

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MONTEMIGNAIO

Nei primi decenni del 1500, alcuni Basagni, nativi di Stia, si trasferirono nel territorio del Comune di  MONTEMIGNAIO, in località detta < SERRAJA >

Il borgo di Montemignaio sorge tra una fitta vegetazione boschiva di castagneti, conservando inalterata la sua bellezza medievale. Alcuni ritengono che nome di Montemignaio  deriva dal composto di “monte”, con riferimento alla sua posizione elevata, e del termine latino “minium”, con il significato di “minio” (composto chimico utilizzato anticamente come pigmento nell’arte della miniatura) Personalmente credo molto poco, a questa origine. Sono più concorde con quanti ritengano essere derivato  dal nome proprio di persona latino Miniarius”.  Come spesso accade, l’ origine dell’insediamento  è legato al passaggio di una via di comunicazione. Nella zona passava l’antica via romana che, da Firenze , attraverso Pelago ed il Passo di Crocevecchia, inoltrandosi nel versante meriddionale dei monti della Consuma e del Secchieta , si raccordava ad una delle principali arterie casentinesi dell’ antichità, che si collegava con Arezzo. In quell’epoca avvenne il primo consistente stanziamento abitativo che tuttavia si spopolò dopo la caduta dell’Impero Romano.  Il primo documento ufficiale in cui la località viene citata risale all’inizio del XII secolo. Esso attesta l’esistenza in loco della Pieve di Santa Maria Assunta, essendo quest’ultima sotto la giurisdizione della Diocesi di Fiesole, e di un Castello eretto dai Conti Guidi, attorno al quale si raccolse il nucleo originario di Montemignaio.   Nella parte più alta dell’abitato è possibile ammirare i resti del grandioso Castello eretto dai Conti Guidi nel XII secolo, chiamato “Castel Leone”.  I Conti Guidi dominarono il borgo di Montemignaio sotto la diretta influenza dapprima dell’imperatore Enrico VI e successivamente di Federico II.   Il periodo della signoria dei Guidi si protrasse fino a metà del XIV secolo, quando la popolazione, insofferente al loro potere, organizzò una rivolta alleandosi alla comunità della vicina località di Castel San Niccolò e ponendosi entrambe sotto la protezione della Repubblica di Firenze. Nel 1359 il Conte Galeotto Guidi fu costretto a stipulare un atto di rinuncia dei suoi possedimenti che andarono così a formare la podesteria della “Montagna Fiorentina”. Tuttavia il periodo della dominazione fiorentina non diede al borgo di Montemignaio i risultati economici sperati e che ottennero invece altri centri limitrofi. Nonostante la località si trovasse vicina a un’importante asse viario la sua economia non venne incentivata ne durante il governo  dei Medici ne tanto meno durante quello dei Duchi di Lorena.  Nel cuore del centro storico sorge  la Pieve di Santa Maria Assunta, costruita nel secolo XI. L’interno si presenta in stile romanico, arricchito di capitelli finemente decorati.  All’intero della Pieve di Santa Maria Assunta è conservata una terracotta, di notevole pregio, opera di Benedetto Buglioli ( 1459-1522 ) raffigurante una “Madonna in Trono col Bambino e i Santi Antonio Abate e Sebastiano”. Tra i vari dipinti conservati è possibile ammirare una “Madonna col Bambino”, detta “Madonna delle Calle”, opera di Giovanni Toscani (1370-1430), e una “Madonna in Trono col Bambino e quattro santi dottori della Chiesa”.

Questa piccola chiesetta è uno dei < luoghi simbolo > più significativi , nella storia della Nostra Famiglia. Realizzata , in parte, con il contributo della Famiglia Basagni, venne consacrata il 4 Ottobre 1641, ed assegnata a neo Sacerdote Don Giovanni Basagni di Salvo. ( Nipote del fu Notaio Giovanni Basagni, di Stia ), che ne divenne Rettore. Successivamente altri Sacerdoti Basagni, saranno rettori di questa piccola chiesette, come è ampiamente spiegato al capitolo < Approfondimenti >

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MOGGIONA

La presenza di una Famiglia Basagni a Moggiona, è già documentata nella metà del 1500.

 Nel 1382, l’Eremo di Camaldoli e gli uomini di Moggiona si affidano alla Repubblica Fiorentina. Grazie all’accomandigia fiorentina il territorio sotto il controllo dei Camaldolesi gode di una serie di autonomie ed esenzioni fiscali.

Il paese di Moggiona sorge in uno sperone roccioso al centro di una valle chiusa a circa 700 metri sul livello del mare. Le prime notizie certe di Moggiona , risalgono al 842 D.C. , quando il Vescovo di Arezzo Pietro, istituisce la ” Canonica Aretina ” e la dota di alcuni possedimenti , fra i quali la piccola corte a  MOIANAM , retta da un certo Urso Questa donazione viene confermata più volte : A- in data 14 marzo 933 , nel Duomo di Arezzo, tra il vescovo Ugo e Ontario Re d’ Italia . B- in data 10 maggio 963, con un diplioma firmato da Ottone il Grande. Grazie a questi documenti Moggiona può vantare di essere il Paese del Casentino con lereminiscenze storiche più antiche “. Documenti successivi , dei primi anni del XI secolo , attestano il possesso di beni e di diritti ai monaci di Badia Prataglia. Nel 1269, la Comunità di Moggiona , su istigazione dei Monaci Camaldolesi, si dota di un proprio ordinamento , dopo essere stati presi sotto la protezione del Comune di Arezzo. Nel 1342, l’Eremo di Camaldoli e gli uomini di Moggiona si affidano alla Repubblica  Fiorentina. Grazie all’accomangita fiorentina il territorio , sotto il controllo dei Camaldolesi, gode di una serie di autonomie ed esenzioni fiscali. Col passare degli anni il priore generale dell’ordine assume il titolo di conte e la stessa amministrazione della giustizia, prima affidata al podestà di Bibbiena, passa al cancelliere dei monaci.

Attenzione : 

queste esenzioni fiscali , molto probabilmente indussero alcune ricche Famiglie Casentinesi ad acquistare dei beni in questop territorio. Era un investimento !!!!. Vediamo che Agnolo Salvatore Basagni, residente a Montemignaio , nel 1540 è possessore di una grande casa , …… da inserire ……. Nel 1776 , la Contea viene sciolta, assieme a tante altre vestigia del feudalesimo in Toscana., dal Granduca Pietro Leopoldo. Moggiona ed il suo popolo vengono aggregati alla Comunità di Bibbiena. Nel 1778, due anni dopo, Moggiona passa alla Comunità di Poppi. Durante il Governo Napoleonico, Moggiona viene nuovamente assegnata alla Maire di Bibbiena. Nel 1815, con la Restaurazione , Moggiona torna definitivamente alla Comunità di Poppi.

 

 

 

 

 

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POPPI

Foto e dati da inserire

 

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FIRENZE

E’ documentato che nella  metà del 1500, alcuni figli di BARTOLOMEO Basagni di Giovanni , nati a STIA  ,si trasferirono a FIRENZE,  nel territorio della Parrocchia di S.Ambrogio.

La Parrocchia di Sant’Ambrogio, si trova nella zona est del centro storico di Firenze,a nord della Parrocchia di Santa Croce.

 

Non sappiamo quali furono i motivi di questo loro trasferimento a Firenze, così come non sappiamo se tutti i figli di Bartolomeo lasciarono Stia. Questo trasferimento è avvenuto prima del 3 settembre 1572, perchè a questa data troviamo registrato. nella parrocchia di Sant’Ambrogio,  il decesso di Domenico figlio di Francesco Basagni di Bartolomeo.

Si ritiene che Bartolomeo non si sia trasferito a Firenze, con i figli, perchè non compare nell’elenco dei defunti, in Firenze .

Il 24 marzo 1595 ,( venerdì Santo), nella Chiesa di S.Ambrogio scoppiò un grande incendio che travolse lo stipo dove erano conservate le ostie consacrate , che restarono prodigiosamente intatte e che, inumidite dall’acqua usata per spengere l’incendio, formarono una specie di ciambellina che fu conservata in una scatolina dorata, nel tabernacolo dell’altare. 33 anni dopo , l’Arcivescovo Alessandro Marzi Medici ,dopo accurata ricognizione, riconobbe il prodigio e ne autorizzò il culto e la pubblica esposizione nel 1628. ( nel 1595 i fratelli Basagni, figli di Bartolomeo , viveno già a Firenze, quindi testimoni dell’evento )

 

Firenze, la Piazza di Snt’Ambrogio e la omonima Chiesa.

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ATTENZIONE.

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